Se fino ad alcuni anni fa le console dominavano il palcoscenico dei videogiochi, adesso il mercato si è decisamente spostato verso lo Smartphone. Il vantaggio dello Smartphone è che ce n’è uno in tasca di ognuno di noi. E’ sempre sente e disponibile e può essere usato nelle pause, in fila alla posta o per rilassarsi anche quando siamo fuori casa. Tutti questi sono vantaggi che non contraddistinguono le console ne tantomeno i PC.
Se da un lato la qualità dei videogiochi è più bassa sugli Smartphone rispetto a quella delle console, la possibilità di offrire un gioco a un pubblico così vasto vince dal punto di vista del business.
Molto spesso le applicazioni per cellulari sono addirittura gratuite. Altre volte costano pochi centesimi di Euro. Eppure il business che gira intorno a questè applicazioni è incredibilmente alto. Vi sono giochi di cui tutti abbiamo sentito parlare, come Clash of Clans oppure Pokémon Go, che generano milioni e milioni di introiti alle aziende distributrici. Qual’è il modello di business d queste applicazioni?
I modelli di business delle applicazioni per Smartphone
I classici modelli di business caratteristici dei videogiochi per console sono superati. Alcuni anni fa i videogiochi avevano un costo piuttosto elevato da sostenere nel momento in cui si acquistava il titolo. Anche i programmi avevano una licenza di uso che oggi, specialmente sui PC, si è trasformata in canoni di abbonamento.
Le applicazioni più diffuse come la suite Microsoft o la suite Adobe, se prima avevano costi di licenza esorbitanti da sostenere una-tanum, oggi vengono venduti in abbonamento. SI acquista un abbonamento mensile al costo di alcune decine di euro al mese. Il costo in questo modo è sostenibile da chiunque e nel lungo termine conviene anche all’azienda produttrice che fidelizza il cliente. In questi modelli di business inoltre si ha anche una fidelizzazione del cliente che non si potrebbe avere altrimenti. Il cliente è costantemente in contatto con l’azienda distributrice del software la quale ha a disposizione immediata un parco clienti a cui sottoporre, ad esempio, un nuovo prodotto, a un prezzo vantaggioso.
Negli Smartphone le applicazioni vengono spesso “vendute” a prezzo nullo, cioè regalate. Sia nei giochi che nelle utilities, spesso la versione gratuita ha delle funzionalità ridotte che necessitano di procedere a un acquisto o alla sottoscrizione di un abbonamento qualora si desideri accedere al gioco o all’applicazione completa.
Nel caso dei giochi inoltre, la versione completa è spesso identica a quella iniziale gratuita e la monetizzazione avviene in maniera diversa. In casi come Clash Royale o Clash of Clans, il metodo per monetizzare è stato l’invenzione di una moneta di scambio esistente solo all’interno del gioco e acquistabile solo lì: le gemme.
Le gemme sono disponibili all’interno del gioco gratuitamente e si ricevono come ricompensa mano a mano che si gioca. Si invoglia così il giocatore a usare spesso l’applicazione e si premia con alcune gemme che gli consentono di evolversi.
Si abitua quindi il giocatore a usare le gemme, preparandoci il terreno per quando le gemme in regalo non saranno più sufficienti. A quel punto il giocatore ormai abituato a usare le gemme per migliorare le proprie performance, non tarderà ad acquistarne un pacchetto se gli viene proposto a pochi Euro.
Considerando che alcuni giochi come quello sopra citato sono stati scaricati milioni e milioni di volte, è palese come piccole cifre di pochi euro, moltiplicate per il potenziale pubblico formano dei numeri da capogiro. Come del resto da capogiro sono i fatturati delle aziende che operano in questo mondo.