La donazione del sangue è un atto volontario gratuito con il quale un cittadino può contribuire al fabbisogno di sangue che in base a quanto indicato da varie organizzazioni internazionali, fra cui l’OMS, è di circa 40.000 unità di sangue intero per milioni di abitanti.
In Italia, quindi, il fabbisogno di sangue si aggira sui 2.300.000 unità di sangue intero e su 1.077.000 litri di plasma all’anno e, al momento attuale, l’unica possibilità di reperire sangue e plasma è la donazione da volontari.
Ovviamente, affinché le donazioni non vengano sprecate è fondamentale che il sangue e i suoi componenti siano correttamente conservati fino al momento della trasfusione
A tal riguardo, strumenti quali le frigoemoteche per laboratorio, i congelatori per il plasma e gli agitatori per piastrine, svolgono un ruolo di importanza cruciale poiché permettono di conservare il sangue e gli emocomponenti in condizioni ottimali.
Per quali scopi viene conservato il sangue proveniente da donazione?
Il sangue intero, il plasma, le piastrine ecc. che provengono dalle donazioni volontarie di sangue sono utilizzati ogni giorno nelle varie strutture ospedaliere del Paese per vari scopi: interventi chirurgici, interventi di pronto soccorso nel caso di gravi incidenti con traumi importanti, gestione di diverse condizioni patologiche come per esempio leucemie, pancitopenie, talassemia, gravi stati di anemia ecc.
Il ruolo delle frigoemoteche nel sistema trasfusionale
Una frigoemoteca è un particolare tipo di frigorifero che serve a conservare il sangue. Si tratta essenzialmente di un macchinario dotato di un registratore di temperatura e di un dispositivo di allarme acustico collegato con apposite postazioni di guardia dove si trovano addetti che possono intervenire in modo tempestivo nel caso in cui si verifichino anomalie che potrebbero compromettere il processo di conservazione.
Si deve infatti ricordare che la sicurezza delle trasfusioni non dipende esclusivamente dalla qualità del sangue donato, ma anche dalle condizioni in cui esso viene conservato. Come detto, le frigoemoteche servono proprio a garantire che il sangue resti utilizzabile per tutto il periodo di conservazione previsto evitando tutte quelle alterazioni che lo renderebbero inadatto allo scopo.
Conservazione del sangue intero e dei globuli rossi
Il sangue dei donatori viene prelevato in apposite sacche di plastica sterili che contengono anticoagulanti e conservanti il più comune dei quali è il CPDA (citrato-fosfato-destrosio-adenina); le sacche vengono poi riposte nelle frigoemoteche.
Queste ultime servono a conservare sia il sangue intero che i globuli rossi (altrimenti detti eritrociti). Tali macchinari garantiscono una temperatura di conservazione ottimale che nel caso di sangue intero e globuli rossi è compresa tra i +2°C e +6°C. Questo intervallo di temperatura non solo garantisce che le cellule ematiche rimangono integre, ma previene anche le proliferazioni batteriche e altre anomalie che le renderebbero inutilizzabili. Conservato correttamente, il sangue intero può durare fino a 35 giorni.
I globuli rossi invece, se conservati a temperature intorno ai -60 °C, hanno durate decisamente più lunghe.
È per questo motivo che risulta più efficiente separare il sangue intero nei suoi vari componenti; tuttavia, occorrono scorte anche di sangue intero nel caso di quelle emergenze in cui sono necessarie molte trasfusioni in tempi rapidi.
Conservazione di plasma e piastrine
Il plasma è la parte liquida del sangue, nella quale circola la parte corpuscolata, costituita da globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il plasma costituisce circa il 55% del volume sanguigno.
Per conservare il plasma si ricorre ai congelatori per plasma, apparecchiature che lo conservano a temperature inferiori ai -30 °C. Il tempo di conservazione si aggira sui due anni.
La conservazione delle piastrine avviene invece a temperatura ambiente (in un range che va da +20°C a +24°C) con appositi agitatori che servono a evitare la loro aggregazione. Le piastrine possono essere conservate al massimo per 7 giorni.